John Lennon soffriva di bulimia?



Un nuovo libro su John Lennon rivelerebbe la sua bulimia e le sue ossessioni alimentari, che però non sono mai state realmente diagnosticate a causa della scarsa conoscenza del fenomeno negli anni settanta. L'
 autrice del libro,  Debra Sharon Davis,  racconta alcuni dettagli sulle vite private di alcune tra le più note star della musica mondiale, compresa quella di John Lennon. Secondo quanto riporta il Daily Mail nel libro si racconta che John Lennon fosse sempre affamato e amante del buon cibo, ma detestava “la sensazione di sazietà” tanto che spesso si “costringeva a vomitare” dopo aver mangiato. Secondo l’autrice, “Lennon era corcondato da musicisti di talento, con problemi di alcolismo e droga, che rendevano di più difficile interpretazione i suoi disturbi alimentari”.
La giornalista e storica della cultura pop ha aggiunto che: “Bisogna tener conto che a quel tempo il pubblico e i media non erano a conoscenza della bulimia come una dipendenza e un rischio per la salute. Il che rendeva la condizione di John Lennon ancora più spaventosa. “Non aveva letteralmente punti di riferimento con cui confrontare ciò che gli stava accadendo”.
Nel libro ci sono anche alcune interviste inedite agli amici di Lennon, il cantautore Harri Nilsson, scomparo nel 1994, che ha condiviso i suoi ricordi su Lennon con l’autrice nel corso degli anni ottanta.”Diceva di fantasticare spesso su grandi quantità di cibi “proibiti” – riporta il Daily Mail – Diceva che il cibo era sacro per lui e che ne era terrorizzato. La vedeva come una “grande debolezza” e si riferiva ad essa come a una mancanza di disciplina”.
E ancora: “Ad esempio Lennon amava mangiare enormi coppe di Rice Crispies ricoperte da grosse palle di gelato. Adorava mettere il gelato sopra ogni cosa, quando poteva”.
Un libro, quello di Davis, che racconta il lato umano delle celebrità, nell’intento di provocare un dibattito su certe tematiche. “E’ stato pensato – racconta l’autrice – per permettere alle persone comuni di confrontarsi alla pari e sentirsi meglio con se stesse realizzando che anche i grandi talenti amati in tutto il mondo sono stati eroi imperfetti”, in lotta con le proprie idiosincrasie.

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